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Filmografia minima
“Zona d’ombra” sarà al cinema in Italia il 16 aprile. In America è uscito a novembre, ma Will Smith nel ruolo di Bennet Omalu, il neuropatologo nigeriano che scoprì la correlazione tra una malattia degenerativa del cervello e il football, non è stato considerato per gli Oscar, quindi non ne sentiremo (troppo) parlare. Si può sempre rispolverare la videoteca dei classici: “Ogni maledetta domenica” (1999) di Oliver Stone con Al Pacino, Dennis Quaid e Cameron Diaz è una piccola enciclopedia della materia, con infortuni, schemi, sentimenti in gioco. “Le riserve” (2000) con Keanu Reeves e Gene Hackman è la classica storia di sport di redenzione, come pure “We Are Marshall” (2006) con Matthew McConaughey che fa l’allenatore di una squadra universitaria. In “Draft Day” di Ivan Reitman (2014), Kevin Kostner interpreta il general manager dei Cleveland Browns alle prese con gli intrighi del draft, cioè la scelta, da parte dei club professionistici, delle nuove leve da far entrare in squadra. “The Blind Side” (2009) di John Lee Hancock, con Sandra Bullock, è il più citato del Super Bowl 50. Motivo: racconta la vera storia di Michael Oher, ragazzo di una famiglia problematica che arriva a giocare con i Baltimore Ravens. Non c’è nel film, ma con loro vince il Super Bowl nel 2013, e dopo un paio d’annate difficili, sarà in campo con i Carolina Panthers domenica. Per approfondire il tema più ristretto “il football americano e l’Italia”, da ricordare “Lo chiamavano Bulldozer” (1978) con Bud Spencer.