Che cosa sia precisamente un matrimonio, a parte certi scrittori, non se la sente di dirlo nessuno. Il codice civile, l’unico che potrebbe parlare, non parla. «L’amore è allergico alle goffaggini della legge» (L’amour selon la loi, C. Puigelier e F. Terré, 2014), questa è stata la giustificazione all’impotenza. Rinuncia con più eleganza il diritto canonico: Amor non est in provincia iuris.
L’unico avvertimento dei periti è di non chiamarlo contratto. Contratto vuol dire regolamento di interessi patrimoniali, se ti sposi è in nome dei sentimenti, il minimo che si richiede è trovare parole migliori. L’unica definizione autorizzata è questa: «Il matrimonio è un negozio giuridico bilaterale» – si risponde così anche all’esame di diritto privato.
Non sarà un contratto, intanto te lo fanno firmare.
Anche nel giorno più bello della tua vita ti mettono un foglio sotto la penna e da quel momento hai tutta la felicità del mondo ma è regolamentata: vivrai in casa con qualcuno per sempre e le garanzie che pretende il coinquilino fisso sono rigorose, sanzionate e molte. L’affitto in una coppia si paga a fedeltà, è il primo comando dell’art. 143 c.c.. E se la spinta morale a comportarti decentemente non la senti da solo, l’art. 151 ti facilita l’impegno: chi sgarra rischia l’addebito. Addebito è un concetto raffinatissimo che ha sostituito quello più volgare di colpa (1975): in una separazione vuol dire che c’era un patto di futuro luminoso siglato davanti a un ufficiale dello stato civile e un contraente lo ha slealmente guastato, perciò l’altro firmatario – quello pulito – ha diritto a una rivincita in denaro.
Vuoi perdere la testa per un’altra persona? Sei libero, ma da quel punto in poi anche povero.
È una soluzione miserabile, e sfortunatamente l’unica. Non piace neanche al codice civile ma si sa che l’espiazione è meglio misurarla in soldi che in buona volontà, anche perché l’altra opzione per i traditi – perdonare e passarci sopra – è un fallimento matematico. Persino gli ottimisti hanno imparato che la seconda possibilità fa statisticamente la fine della prima. Il difetto genetico del matrimonio è che l’alternativa è migliore: l’infedeltà piace a tutti. Peraltro l’innamoramento è un miracolo difettoso, appena capita sembra prima qualità, poi al minimo d’usura cede.
Passando dal generale al particolare: non ci siamo mai lasciati così tanto. I social network anche stavolta si prendono generosamente tutta la colpa, l’Associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani rassicura e conferma che il recente picco di matrimoni sfasciati non dipende da noi: nel 2012 il 33% delle separazioni è stato per Facebook (da divorce online), nel 2015 il 40% per Whatsapp. Il disastro perfettamente illustrato è passato da poco al cinema, in Perfetti Sconosciuti: «I telefoni sono ormai la scatola nera della nostra vita», dice Paolo Genovese, e la stanno mandando in pezzi. Bauman aggiunge che ha proprio trovato una tara nello spirito del tempo, un difetto più generale, negli ultimi congressi la sta chiamando “fragilizzazione dei rapporti”. Più fragili i legami o solo più strafottenti noi, il Parlamento dieci mesi fa ha preso i primi provvedimenti: legge numero 55/15, c.d. divorzio breve.
In sintesi: vista la fila dei richiedenti, diamogli almeno il telepass.
A prima vista sembra una modifica importante, e lo sarebbe se la prima variabile di un giudizio fosse il tempo che ci vuole. Quelli del mestiere sanno che è un’altra, e sono le prove: Iuxta alligata et probata. In modo meno ricercato: il processo non lo fanno gli avvocati, lo fanno i documenti – sono quelli che determinano le decisioni.
La vera riforma sul divorzio è in vigore almeno dal 2006, è figlia del più grande legislatore di fatto del secolo (Mark Zuckerberg da Menlo Park) e riguarda le cose che possono entrare in un fascicolo d’udienza nelle cause di separazione. L’articolo è unico: «Vale tutto», che è giusto un centimetro peggio di: «Non ci sono regole».
Rassegna giurisprudenziale per tradire in sicurezza*
Tipo d’uomo: Fedifrago Semplice.
Come tradisci: solo se c’è l’occasione (autoprocurata).
La fine della storia: hai lasciato le anteprime iphone visibili e sono venuti fuori i messaggi whatsapp della tua amante di fiducia. Li ha letti quel bacchettone di tuo figlio e ha riferito nei dettagli alla madre. Sei stato invitato a comparire in giudizio per la separazione.
Hai cancellato tutto precipitosamente. Le prove nei fatti non esistono più, tuo figlio (maggiorenne) però si è offerto di testimoniare per quel poco che si ricorda. Il giudice dice che le dichiarazioni del ragazzo gli bastano per annunciare in nome del popolo italiano che sei un poco di buono (Corte d’Appello di Trento, sent. n. 245/2015). Il tuo difensore citerà inutilmente qualche precedente, sostenendo che chattare «non configura una condotta in violazione dei doveri di fedeltà coniugale» (Trib. Milano, Sez. IX, 16.10.2014, n. 12147).
Purtroppo non dipende dall’avvocato, dipende da come hai fatto il padre: quando i genitori si separano i figli fanno i moralisti contro chi dicono loro.
Tipo d’uomo: Fedifrago Esperto.
Come tradisci: in fondo sei ingenuo, quindi fai cominciare lei.
La fine della storia: Tua moglie vuole una separazione a cifre stellari. È un’avida, ma per fortuna quasi tutte le tue entrate sono al nero, quindi l’assegno calcolato in base al tuo reddito dichiarato è basso. Le indagini della polizia tributaria durante il processo sono andate a vuoto perché hai il commercialista migliore della città.
Devi maledire un unico errore: sei andato alle Maldive per San Valentino (sottocosto) e la tua ex amante – ora compagna – ti ha convinto a caricare una foto pubblica di voi due al tramonto su Facebook per fare invidia alle sue amiche non fidanzate. Un’amica più perfida delle altre l’ha girata alla tua ex moglie che in due minuti ha fatto depositare ricorso per la revisione delle condizioni: ti chiede il triplo della cifra precedentemente stabilita.
L’avvocato porta in aula le stampe dalla tua bacheca. Ti pare impossibile: una foto di te in spiaggia basta per dimostrare che stai barando nella dichiarazione dei redditi? Potrebbe, c’è un precedente pericoloso (R.G. 809/12, decreto Trib. Santa Maria C.V. del 13.06.13).
Continui a non capire: i magistrati scelgono le prove che piacciono a loro? Quasi: «Il giudice del merito è libero di attingere il proprio convincimento da quelle prove o risultanze di prove che ritenga più attendibili e idonee alla formazione dello stesso» (Cassazione civile, sez. I, sent. n. 742, 18.01.2015).
Il pegno del divorzio con i social network di mezzo è che dovrai passare in segreto il resto dell’esistenza, una ex moglie ferita dorme felice solo quando trova il modo di non farti dormire mai più.
Tipo d’uomo: Fedifrago Perbene.
Come tradisci: con umiltà e rispetto, nessuno deve soffrire. Sei un immenso professionista nella gestione di corna: silenzio da killer e anteprime iphone sempre disattivate.
La fine della storia: tua moglie ha chiesto la separazione con addebito ma per quello che ne sai non ha in mano niente, sono i soliti sospetti.
Siccome tu sei bravo ma lei è femmina, aveva gli screenshot dei messaggi whatsapp che mandavi alla tua amante, se li era inoltrati direttamente dalla tua email senza lasciare tracce e ora vuole usarli in udienza. Il tuo avvocato ti rassicura: è illegale. Anzi: ha rilevanza penale, è corrispondenza, ha violato l’art. 616 c.p.. A sorpresa il Giudice dice che come prove gli piacciono e se le tiene.
Anche se è un reato, il codice privacy non può escluderne l’utilizzabilità in sede civile per il diritto di difesa (art. 24 let. f); art. 13 e art. 160 co.6 , D.Lgs. n. 196/03). Cioè se non contesti l’autenticità, il magistrato può prendere tuoi screenshot rubati e usarli per pronunciare condanna con addebito (ord. Tribunale Torino VII sez. civ. 17.11.11 e sent. 08.05.13, v. anche Cass. n. 3034/11 e n. 18279/10).
Anche stavolta perdi e paghi, e forse non te lo meritavi: tu sei infedele, ma lei è una criminale.
Tipo d’uomo: Fedifrago di Talento.
Come tradisci: in chat, sei bravo a scrivere. E chi è davvero bravo a scrivere nel 2016 lo riconosci perché a un certo punto riesce a farsi mandare qualcosa di nudo.
La fine della storia: una sera si è aperto sullo smarthpone un video semiporno a schermo pieno mentre eri in salotto e tua moglie ha visto tutto. Vuole la separazione.
Giuri sulla tua innocenza: è vero, chiedevi certe prestazioni a una ragazza ma non provavi niente. La tua spiegazione al magistrato: «Sui social network si fanno amicizie alternative». Pagherai pure per quelle, si punisce severamente anche l’intento di congresso carnale con le altre, se tua moglie dichiara negli atti che ha la dignità rovinata e adesso non ti crede più (Sent. 30.04.15, Corte d’Appello Taranto, v. anche Cassazione, 9 aprile 2015, sent. n. 7132).
Dici addio a una casa di proprietà e a mezzo stipendio per tre foto di un’estranea in reggipetto, ma ora hai imparato la lezione: se ti risposi, solo youporn in ufficio.
Tipo d’uomo: Fedifrago Massimo.
Come tradisci: tiri l’esca con frasi appena tiepide, non ti servono foto e figurarsi un incontro. Sei intelligente, puoi tenere una donna in bilico quanto ti pare e divertirti lo stesso.
La fine della storia: tua moglie lo ha letto da qualche parte: oltre le dieci righe – calde o tiepide che siano – a settimana su whatsapp sono corna senza appello e ti porta in tribunale.
Stavolta vinci tu, non ti può attaccare: scriversi è ancora monogamia. Aggiungeresti che secondo te l’ambiguità non coltivata con un’altra ragazza è la più grande prova d’amore che un uomo può dare alla donna che ha sposato, una specie di fedeltà sublimata. E poi ti eri informato: «L’addebito non può certo derivare dalla mera infatuazione [peraltro] non corrisposta di un altro soggetto», Cassazione I sez. civ., 12.04.13, sent. n. 8929. L’hai detto prima: sei intelligente.
In effetti c’è un consiglio gratis dalle stanze più buie del Supremo Palazzo di Roma: se proprio non resisti, fallo platonico. Mentale non vale, si sono arresi (per il momento) anche i magistrati. «Se l’altro coniuge non è in grado di precisare in cosa consista la presunta relazione» (ut supra) non c’è proprio niente da fare.
Tua moglie incassa solo la sconfitta e un assegno (diritto agli alimenti) bassissimo. Quanto a te: non sei intelligente, sei solo il migliore provvisorio. Stai dimenticando la regola dei contratti sentimentali a vita: in un matrimonio sei rovinato quando meno te l’aspetti.
* (tutte le fattispecie sono state portate al genere maschile per comodità d’estensione. Purtroppo per voi, però, le sentenze sono reali)