Per il nuovo capitolo della sua ricerca sui cambiamenti del paesaggio antropico italiano, il fotografo Giuseppe Moccia sceglie come campo d'indagine quel territorio incerto che è la periferia di Roma. Non una semplice linea di confine tra la città e tutto quel che ne sta al di fuori, bensì un margine complesso tra urbe, suburbio e quell'agro che, col suo 45% di estensione, fa inaspettatamente di Roma il comune agricolo più grande d'Europa. Diverse e altrettanto complesse sono le domande, tutte in cerca di risposta, che hanno spinto Moccia, un erede della grande tradizione topografica, a percorrere tanti chilometri a piedi e a osservare la città da un punto di vista decentrato (o rovesciato, come recita il sottotitolo del progetto, a cura di Chiara Capodici e in mostra all'Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione di Roma fino al 20 Maggio)
Malagrotta
41°52’40” N 12°19’14” E
Via di Valle Bruciata e questo campo in particolare sono la destinazione d’elezione di prostitute e relativi clienti, che popolano la vicina via Aurelia. Siamo ai confini orientali della Tenuta di Castel di Guido, 2000 ettari di azienda agricola comunale inserita nella Riserva Statale del Litorale Romano.
Latomie di Salone
41°55’26” N 12°37’54” E
Percorrendo il tratto urbano dell’A24, oltrepassato l’incrocio con il GRA, sulla sinistra si intravedono i resti di alcune cave di tufo rosso. Le Latomie di Salone sorgono sugli argini del fiume Aniene che gli antichi romani utilizzavano per trasportare i blocchi cavati fino al porto di Ripa Grande. Questa pietra, insieme al travertino, fu utilizzata per costruire gran parte dell’Urbe, tra cui anche il Colosseo. Sullo sfondo si stagliano gli stabilimenti della BASF, azienda chimica recentemente al centro di un’inchiesta giudiziaria della Procura della Repubblica di Roma per sospetto inquinamento delle falde acquifere e per traffico di rifiuti.
Selva Candida
41°56’49” N 12°22’55” E
Guidando verso nord lungo il GRA, subito dopo l’uscita Casal del Marmo, si attraversa un tunnel scavato in una collina, nota come Selva Candida. Questo suburbio, precedentemente chiamato Selva Oscura -probabilmente per la presenza di un fitto bosco di sughere- fu il teatro di un doppio martirio cristiano. Le sorelle Rufina e Seconda furono qui uccise per non aver apostatato il loro credo, successivamente anche Marcellino e Pietro subirono qui la stessa sorte. Oggi Selva Candida ospita circa 30.000 residenti, alcuni dei quali si sono riuniti in un comitato nel tentativo di migliorare la vivibilità del quartiere che, a detta dello stesso comitato, risulta inficiata dalla carenza di scuole, trasporti pubblici e sicurezza.
Mandrione
41°53’5” N 12°31’44” E
All’inizio della via Casilina Vecchia, incastrato tra la ferrovia e l’Acquedotto Felice, esiste un’area verde recuperata dalla cittadinanza. In un terreno di proprietà delle FS, un tempo orto e poi discarica, gli abitanti hanno realizzato un parco polifunzionale con un orto, barbecue con pergolato, un’area cani e un’area bambini.
Cecchignola
41°48’44” N 12°30’45” E
Percorrendo verso l’esterno via della Cecchignola si attraversano numerosi campi ai cui margini sorgono alcuni quartieri isolati come Castello della Cecchignola. Costruita sul finire degli anni ‘80, questa monade urbanistica era stata progettata e proposta come zona residenziale dall’alto standard qualitativo. Immersa nella campagna, isolata dalla città, è un esempio di “rururbanizzazione”. Oggi un telaio di cartelloni pubblicitari preannuncia l’imminente costruzione di nuovi fabbricati
Tor Marancia
41°50’29” N 12°29’42” E
Percorrendo via di Grottaperfetta, tra la tenuta di Tor Marancia (afferente al vasto Parco Regionale dell’Appia Antica) e il Forte Ardeatino, sul lato destro si incontra un cantiere in costruzione, la lottizzazione Grottaperfetta. Un progetto residenziale (originariamente inserito nel PRG del ‘62 allora noto come I-60) frutto del meccanismo compensativo relativo a un’area parte della tenuta antistante. Oggi, come conseguenza dell’effetto di moltiplicazione legato alla compensazione, sono state rilasciate regolari licenze edilizie per 400.000 mc. Questa lottizzazione, inserita in un contesto di viabilità e servizi già problematica, è stata fortemente osteggiata dai residenti
Muratella
41°49’39” N 12°23’58” E
Nel quadrante sud-ovest di Roma, tra il GRA, l’autostrada per Fiumicino e la riserva naturale della Tenuta dei Massimi, svetta l’ex centro direzionale Alitalia. L’annesso nucleo urbano chiamato Muratella -completamente avulso dal tessuto della città e dalla campagna circostante- è stato teatro delle proteste dei dipendenti Alitalia, degli scontri tra residenti e nomadi e delle fantasie di archistar: qui Richard Rogers avrebbe voluto realizzare il suo progetto Millenium, una torre di 150 metri con vista sull’Agro Romano e sulla città.
Parco delle Sabine
41°58’20” N 12°32’6” E
Nel quadrante nord della città, a ridosso del Grande Raccordo Anulare, è stato realizzato uno dei diciotto progetti di Centralità Urbana previsti dal PRG. La Centralità Bufalotta prevedeva la costruzione di servizi e uffici su un’area di 330 ettari, ma nel corso degli anni una serie di cambi di destinazione d’uso l’hanno di fatto trasformata in una nuova area residenziale. Oggi il neo-nato quartiere , ancora un cantiere, è caratterizzato da un alto tasso di invenduto degli immobili e da un prematuro degrado delle aree pubbliche, come denunciato dalle associazioni per la tutela del Parco delle Sabine.
Montespaccato
41°54’17” N 12°23’43” E
Nel quadrante ovest della città, appena prima del GRA, sorge la borgata storica di Montespaccato. Quest’area, un tempo un’ampia zona agricola di pertinenza del Vaticano e del Conte Fogaccia, ha subito un processo di frammentazione iniziato negli anni ‘30 del secolo scorso per proseguire fino alla riforma agraria degli anni ‘50. Quest’ultima mirava a redistribuire le terre ai piccoli agricoltori e supportarne l’attività tramite la costruzione di infrastrutture di base.
Colle del Sole
41°50’16” N 12°25’52” E
Al numero 70 di via Fulda, sul versante est di Monte delle Piche, si trova uno dei Casali Maccaferri. Con il suo color ocra e le sue capriate di legno, è un tipico esemplare dei fabbricati che ospitarono i primi coloni marsicani che giunsero a Roma vittime del terremoto di Avezzano del 1915. Nel 1917 Gaetano Maccaferri, imprenditore industriale bolognese proprietario dell’IPS Industria Prodotti Siderurgici, costruì la succursale romana nelle zone insalubri del Fosso Affogalasino ed una serie di casali sul monte sovrastante.
Borgata Centroni
41°48’46” N 12°37’38” E
Guidando verso sud-est, lungo la via Anagnina, al limitare dei confini comunali, si incontra la Borgata Centroni. Quest’area, originariamente un agglomerato di vigne assegnate ai veterani della Seconda Guerra Mondiale, nel tempo si è trasformata in una borgata informale senza servizi e spazi pubblici. All’ingresso di questo quartiere una stele commemorativa recita: “Gli ex combattenti di Grottaferrata / con tenace volontà / con sacrificio costante / questa zona incolta dell’Agro Romano / resero vigneto e frutteto ubertoso / temprati alle salde discipline di guerra / sulle rovine / dell’antico splendore imperiale / vollero ricostruita / una novella opera di pace e di lavoro / con le stesse braccia / con lo stesso ardore / ridettero alla patria la vita / come sui campi di battaglia / come sui campi di lavoro /sempre e ovunque [...]

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