«Fuck this place up!», finisce così, e finalmente ne è valsa la pena alla decima infine, come un Real Madrid qualsiasi, e Kick Out the Jams out loud. Questo Vinyl, già castigato dai noialtri moralisti invece germoglia. Ci dà qualcosa, intanto ci dà la musica e non è poco – ti attardi e credi quasi di vedere un documentario, lo sputo, la goccia di sudore, le inquadrature pazzesche, il taglio di capelli sbagliato del figlio di Jagger, il Chelsea hotel che era invece l’hotel Chelsea, e tu non ci sei mai stato ma io sì, ma taci dai non basta, e invece era fiction – questo Vinyl ci dà comunque della musica formidabile.
Che vuol dire? Vuol dire Shazam ogni quattro minuti, vuol dire I wish I was there, vuol dire ci è piaciuto. Di più: per alcuni vuol dire c’eravamo, ma non è vero, non c’eravate. Non c’eri tu e nemmeno gli altri però smettila di piangere che stiamo parlando d’altro.
Qui Richie Finestra –Richie Finestra nome meraviglioso – qui Richie Finestra ne esce finalmente bene. Dopo affaticamenti ingenui e velleità, qui alla decima Richie ci fa cambiare idea. È solido, è Canova. E non va bene noi che l’abbiamo scherzato. Non va bene noi che abbiamo visto corto e invece c’era un mondo. Qui Richie prova davvero a fare business, prova a tirarsi su, prova a sopravvivere (sono sinonimi da sempre, maledetto Scorsese che non perde occasione di ricordarcelo), prova a mettere una gamba davanti all’altra (è tutto qui il liberismo). Poi arriva l’intelligente: che cosa è stato davvero il rock’n’roll nei 70? Ma che cosa ne sappiamo noi.