
Alberto Mondadori, fondatore del Saggiatore, e Jean-Paul Sartre si incontrano a Milano. Il 26 marzo 1958 Mondadori annuncia a Sartre l’imminente fondazione di una casa editrice: «avrà come suo principale impegno quello di diffondere libri di grande importanza nella storia della cultura, delle arti, delle dottrine e del costume». Il primo volume della collana “La Cultura” uscirà nel 1959, saranno i “Saggi critici” di Giacomo Debenedetti
© il Saggiatore S.r.l., Milano 2016
Oceano: qualunque sia la sua estensione, qualunque sia la conformazione dei suoi fondali, il catalogo di una casa editrice è una vasta distesa oceanica, fatta di barriere coralline, risorse minerarie, conchiglie, gusci e scheletri.
L’oceano è pieno di segreti e di abitanti insoliti. Relitti, navi abbandonate, messaggi rinchiusi in bottiglie che non hanno fatto il loro dovere. Per l’editore, che ha a che fare con l’oceano del suo catalogo, nulla però deve essere ignoto. Leggenda dei mari dice che il grande pescatore conosce alla perfezione tutti i segreti del mondo sott’acqua e che se solo volesse pescherebbe tutti i pesci. Il grande pescatore però non vuole; seleziona, con il suo intuito, il suo pesce ideale, e quella scelta equivale, in qualche modo, a una visione del mondo. Come i grandi pescatori, così un editore si comporta quando si confronta – attività praticamente quotidiana – con quel grande giacimento che è il suo catalogo. Selezionare, montare, comporre come in una sinfonia i testi del proprio catalogo è quindi, per una casa editrice, un’operazione dalle mille sfaccettature; significa confrontarsi con il passato e con il futuro, tessere un filo netto che colleghi il proprio giacimento ai propri paradigmi contemporanei, con l’obiettivo più nobile di un editore, obiettivo così ben descritto da Alberto Mondadori, fondatore del Saggiatore: essere contemporanei del proprio e altrui futuro.
La domanda, quella di sempre, è la seguente: che cos’è la cultura? Cultura è vedere le migliori mente della nostra generazione distrutte da pazzia, morir di fame isteriche nude in cerca di una pera di furia, cultura è essere convinti che la stregoneria sia più saggia di noi, cultura è l’immersione nel de profundis di noi stessi, cultura è la convinzione di Marcel Proust:
Non esistono forse giorni della nostra infanzia che abbiam vissuti tanto pienamente come quelli che abbiam creduto di aver trascorsi senza vivere, in compagnia di un libro prediletto.
Cultura è osservare Topolino ed essere convinti che sia ben più saggio di noi. Cultura è lo sguardo meravigliato di Francois Truffaut quando intervista Alfred Hitchcock che ricorda quando suo padre lo chiamava «piccola pecora senza macchia». Cultura è indagare le radici del male, sfidare il silenzio e ricordare tutto, delle gite scolastiche e delle insicurezze, dei tempi della formazione, che sono un cerchio infinito, dei momenti che cambiano noi stessi, cambiano la vita. Cultura sono le vibrazioni di Arvo Part. La vita cambia in fretta. La vita cambia in un istante. Una sera ti metti a tavola e la vita che conoscevi è finita. Cultura è: l’orecchio assoluto di Arnold Schonberg.
Cultura è raccontare, come Clelia Marchi, la propria vita su un lenzuolo, perché da quando «è morto mio marito le lenzuola non sapevo più come usarle». Cultura è il segreto dei nomignoli che una mamma dà un bambino, e cambiano, cambiano, cambiano, ma non all’infinito. Cultura significa usanze dimenticate, danze primitive, terre del rimorso. Notti bianche, le nostre. Notti d’estate dove cambia la storia. I secoli, i secoli, i secoli. Le buone novelle, le cattive novelle, le novelle che insegnano e quelle che distruggono. Andare a spasso nel mondo. Essere testimoni oculari dell’universo. Il tramonto di un’epoca, il tramonto dell’uomo. Aldo Moro, Giulio Andreotti, la legge di gravitazione universale. Cultura è navigare nelle sfere della musica, nelle zone di silenzio, nel fuoco fatuo dei ricordi. Cultura è credere, non credere, credere e non credere, guardare dentro di noi, guardare dentro gli altri, e che cos’è l’amore?, qual è il destino del moderno, il ricordo dell’antico, la materia di cui sono fatti i sogni, siamo noi. Che cos’è la pace, che cos’è la guerra, qual è l’orizzonte del nostro futuro, che cos’è la cultura e a cosa serve? Cultura è la materia di cui sono fatti i sogni, cultura siamo noi.