Due anni fa, con la legge Del Rio, sono state abolite le Province ma nei talk show e sui social network quelli che la sanno sempre lunghissima sostenevano che non era vero niente, che le Province in realtà non erano state abrogate e che si trattava di una manovra per nascondere chissà quali magagne della Casta e della classe politica. Ovviamente non c’era alcun complotto e il Parlamento aveva davvero fatto l’unica cosa che avrebbe potuto fare con una legge ordinaria: abolire l’elezione diretta dei presidenti delle Province e dei consiglieri. Tanto che, subito dopo, alle elezioni amministrative del 25 maggio 2014, gli italiani non hanno rinnovato gli 86 presidenti provinciali, i 2.700 consiglieri e i 700 assessori cui era scaduto il mandato.
Di più quella legge non poteva fare, perché le Province sono organi costituzionali previsti dal Titolo V della Costituzione. Sono rimaste come entità amministrative, ma è sparita la macchina del consenso e il conseguente centro di spesa. Hai detto niente.
Contemporaneamente è partito il lunghissimo iter parlamentare, con doppia lettura, per riformare la Costituzione e in questo caso, con il progetto Boschi poi diventato legge ad aprile di quest’anno, le Province sono state cancellate definitivamente, anche se ormai esistevano solo nominalmente. A quel punto il chiacchiericcio sulle Province che non erano state realmente abolite si è trasformato nel chiacchiericcio sulla poca importanza dell’abolizione delle Province, ma non si può volere tutto. Vedremo, col referendum di ottobre o novembre, se gli italiani confermeranno o meno la riforma costituzionale attesa da molti anni e finalmente approvata: resta il fatto che le Province come le abbiamo sempre conosciute non esistono più.
Abolite le Province, in redazione ci siamo però convinti che la provincia sia più viva che mai. La provincia intesa come comunità di persone, non come ente locale, è una delle grandi ricchezze del nostro Paese, non solo dal punto di vista economico e industriale, ma anche da quello sociale e culturale. Per questo, a sessant’anni dal Viaggio in Italia di Guido Piovene, e a due dall’omologo Nuovo viaggio in Italia del direttore del Sole 24 ORE Roberto Napoletano, abbiamo deciso di mandare un nostro scrittore e un nostro fotografo, Michele Masneri e Fabrizio Annibali, in giro per la provincia italiana a raccontare con parole e immagini quanto sia cool la vita fuori dalle metropoli.
Buon divertimento.