1932
La maison di orologi Omega viene chiamata per la prima volta a cronometrare le gare dei Giochi Olimpici. A Los Angeles manda un unico tecnico, responsabile dei 30 cronometri calibro 1130, precisi al decimo di secondo, che vengono usati in 14 discipline sportive, atletica e nuoto in primis. Precedentemente ogni giudice usava il proprio orologio per misurare i tempi degli atleti.
1948
Viene utilizzato il primo fotofinish, ribattezzato “Magic Eye”. Si tratta di una macchina fotografica fissa, davanti alla quale viene fatto scorrere un rullo con segnato il tempo: per ogni momento, la macchina cattura immagini che poi vengono montate insieme per creare un unico fotogramma. Ci vogliono otto minuti per svilupparlo e inizialmente serve solo da supporto ai giudici. Si rivela però fondamentale per assegnare la vittoria sui 100 metri a Harrison Dillard, che aveva registrato lo stesso tempo (10,3 secondi) di Barney Ewell. L’introduzione delle fotocellule sulla linea d’arrivo – che rilevano la presenza dell’atleta e fanno fermare i cronometri – segna anche l’avvento dell’elettronica. Viene abbandonato il filo da tagliare al traguardo.
1968
La misurazione elettronica dei tempi degli atleti era già stata accettata ufficialmente alle Olimpiadi di Roma 1960. A Città del Messico nel 1968 diventa l’unica ammessa: i cronometri partono elettronicamente alla reazione sui blocchi degli atleti. È stato calcolato che la misurazione manuale addebitava ai centometristi 0,24 secondi a corsa. La la Photosprint, fotocamera con il tempo stampato sulla pellicola, riesce a sviluppare l’immagine del fotofinish in 30 secondi. Nelle gare di nuoto vengono introdotti i “touchpad”: pannelli appoggiati alla vasca che rilevano la pressione della mano dell’atleta che arriva.
1984
La principale innovazione tecnica introdotta alle Olimpiadi di Los Angeles del 1984 è il sensore della falsa partenza (testato per la prima volta a Monaco nel 1972): misura il tempo di reazione di ogni atleta sui blocchi di partenza, cioè il tempo che passa tra lo sparo dello starter e la pressione del piede di partenza. Il dispositivo è sensibile a una pressione di 29 kg per i maschi, 27 per le femmine. Secondo le regole della Federazione internazionale di atletica, il tempo di reazione non deve essere inferiore al decimo di secondo, altrimenti viene chiamata la falsa partenza.
1992
Alle Olimpiadi invernali di Albertville 1992 (le ultime nello stesso anno dei Giochi estivi), Omega porta per la prima volta il sistema di fotofinish Scan-O-Vision: il tempo viene misurato digitalmente, come digitali sono le riprese. L’immagine del fotofinish è pronta immediatamente.
2008
Alle Olimpiadi di Pechino Omega usa l’ultima evoluzione della fotocamera per il fotofinish: la Scan-O-Vision Star, capace di scattare duemila foto al secondo a una risoluzione di 2.048 pixel. A Pechino viene usato per la prima volta il Gps per monitorare la posizione degli atleti e mandare informazioni in diretta in tv e sul web durante le gare. Il Gps tuttavia non viene usato per misurare i tempi: il sistema più sicuro rimane il fotofinish.
2010
La vecchia pistola dello starter viene mandata in pensione. Complice anche la sempre maggiore difficoltà nel farla viaggiare in aereo per motivi di sicurezza. Omega introduce una pistola digitale: quando il giudice di partenza preme il grilletto, un impulso elettrico fa partire il cronometro e produce lo sparo che in realtà è la registrazione di uno sparo reale, trasmessa attraverso altoparlanti agli atleti sulla loro corsia e agli spettatori nello stadio.
2016
La Scan-O-Vision Myria scatta 10mila foto digitali al secondo: la massima risoluzione per il fotofinish olimpico. Tra le altre innovazioni di Omega a Rio vedremo il sistema di rilevazione laser del bersaglio nel tiro con l’arco, il raddoppio delle fotocellule all’arrivo delle gare di atletica (quattro al posto di due), l’introduzione di un display che conta il numero di vasche sott’acqua per le gare di nuoto. L’azienda svizzera ha mandato in Brasile 480 tecnici, 200 chilometri di cavi e fibra ottica per 450 tonnellate di materiale.