Un'idea molto semplice, quella di Oliver Curtis, applicabile con un minimo di sforzo logistico e un adeguato budget praticamente ovunque: mettersi di spalle ai più importanti monumenti del mondo e fotografare dal loro punto di vista. Tutto qui? La tentazione sarebbe mettersi in modalità “potevo farlo anch'io” e rispondere di sì. Eppure Volte-Face, ora pubblicato da Dewi Lewis, – solleva un tot di questioni solo apparentemente banali: cosa ci spinge a viaggiare? che desiderio assecondiamo quando visitiamo un luogo ad alto tenore turistico? che obbiettivo raggiungiamo quando fotografiamo personalmente qualcosa che abbiamo già visto migliaia di volte su internet? Curtis non dà una risposta, ma sovvertendo il concetto di ricordo e boicottando l'oggetto stesso dell'idea di turismo, regala una nota ironica a tutte queste domande

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