Sono state settimane terribili ovunque, specialmente in America. È l’anno dei barbari. Motivi? Non si sa. L’unica cosa certa è che anche la First Lady, Melania Trump, è scontenta ai massimi livelli. Una casa di stucco bianco a Washington al posto di una reggia d’oro sulla Fifth Avenue di Manhattan, questo è il baratto che la nazione impone. Oltre al contratto classico da Prima Moglie: recitare discorsi da brava donna a scadenze fisse. Eppure non aveva sposato un finto biondo per cambiare il mondo, non si è mai nemmeno preoccupata di cambiargli il colore dell’abbronzante spray: Donald era perfetto com’era, con le tinture che preferiva, ma miliardario nella sostanza.
Melanija Knavs, 26 aprile 1970
La biografia ufficiale e volutamente riduttiva è: ex modella slovena. A 16 anni si affranca dal padre comunista e inizia a sfilare. Ma avrà vent’anni negli anni 90, fuori dal perimetro Kate-Naomi-Claudia c’era il baratro, se non eri sensazionale eri nulla e bisognava cercare marito prima che si diradassero i timbri sui passaporti per la tratta Milano-Parigi-New York. La vita delle belle ma non bellissime non è facile come credono le brutte. L’occasione arriva a chi sa procurarsela: 1998, si fa presentare a The Donald da Paolo Zampolli, imprenditore italiano e amico comune. Sorriso d’acciaio e pretese di corteggiamento con esecuzione classica:
1. lento, per spezzare la fibra del maschio;
2. senza numero di telefono, per affamarlo.
In amore se non dai niente non ci vuole niente: in 7 anni diventa la signora Trump. La relazione è come piace a entrambi: lui è libero di fare tutto, lei è libera di spendere tanto.
Alcune donne rifiutano l’usanza occidentale dell’amore come stile di vita
Si chiama matrimonio d’interesse una pratica immonda ma sensata: stai male, un uomo facoltoso si offre di farti stare meglio, il prezzo è la rinuncia all’amore. È un’invenzione disapprovata quanto la stregoneria, col tempo però ammogliarsi più in alto è piaciuto anche agli uomini, perciò oggi si è meno malviste. Sposarsi guardandosi reciprocamente le tasche è una cosa molto meno spregiudicata di quanto vorrebbero i moralisti e più frequente di quanto piacerebbe a noi sentimentali onesti e più attenti alle apparenze del cuore. È l’inizio un po’ traumatico del saper vivere adulto e si riassume senza troppi fronzoli, così: avere è meglio che sentire.
Come si convola a nozze senza zavorre affettive: il metodo
L’utile disposizione a preferire la ricchezza alle romaticherie dipende da quanto nella tua vita ha attecchito l’idea che l’amore sia un grande spettacolo, i.e. quanto ti costa rinunciare alle magnifiche imprudenze del cuore. A qualcuno, nulla. Scriveva Tolstoj (Anna Karenina) che i matrimoni felici solo per riflessione esistono, ma «sono una cosa che si può fare quando si è già fatti i pazzi. È come la scarlattina, bisogna passarci».
Alcuni sono così astuti da saltare anche l’ammalamento: per sapere che la scarlattina è brutta, devo per forza prendermela? Se esistesse davvero un’intelligenza emotiva, sarebbe il massimo del quoziente.
Eros vince contro Psiche e Pluto, Amore odia i ribelli
Quando scegli un matrimonio d’interesse, il minimo che pretendi, visto che i sacrifici fisici sono già imponenti, è che il resto del mondo ti lasci in pace. I soldi di tuo marito ti costano cari. E c’è un limite alle cose che una donna non innamorata può fingere: l’impegno della coppia affiatata è la prima.
«A Michelle, la mia roccia», aveva detto Obama nel suo primo discorso. Ma chi la roccia non la vuole fare? Quelle che non apprezzano orgogli particolari, a parte quello di essersi garantite una sopravvivenza nel lusso? Esistono persone che hanno scelto solo la pace arida dei soldi – la felicità non è prevista, non interessa.
Melania ha conosciuto la crudeltà del dio: nemmeno se esprimi un desiderio ai tuoi danni, Eros te lo fa avverare. Il nume funesto ha compiuto la sua opera suprema: ti chiede di fingere l’amore dove non è. Niente di più difficile, niente è così vicino all’inferno.