Previsioni per il futuro: una. Mark Zuckerberg non esclude una candidatura alle elezioni. È tra le reazioni più comuni di chi ha costruito imperi economici la pretesa di dominare il mondo un po’ più ufficialmente.
Dalla sua ha una spietatezza competitiva congenita, le visibilissime e massicce opere di beneficenza della Chan Zuckerberg Initiative, la società in comproprietà con la moglie, ma soprattutto: la stampa. I giornali probabilmente saranno a favore perché l’editore massimo è lui.
Zuckerberg alla Casa Bianca
La curiosa conferma però sembra venire da un dettaglio apparentemente candido, i buoni propositi di Zuckerberg per il 2017: addio alle sfide da intellettuale (proposito 2015: «Leggerò un libro ogni 15 giorni») e alle manie di grandezza generiche (proposito 2016: «Costruirò un’intelligenza artificiale»), si passa prosaicamente ai fatti. Un tour d’America per conoscere i suoi utenti affezionati, si comincia subito, ora, adesso. Non serve un intuito sovrano per indovinare la formula elettorale: 1 account, 1 voto. D’altra parte Facebook ha già portato fortuna a Obama.
Priscilla Chan, 24 febbraio 1985
La prima condizione (sine qua non) per l’arrampicata politica è una moglie presentabile. Priscilla Chan è del Massachusetts, ha un sorriso calmante da pediatra, nelle poche interviste concesse alterna con grazia sensibilità e furbizia.
Si conoscono dall’università. La favola è un po’ sciupata da un particolare: s’incontrarono in fila per il bagno nel periodo in cui Mark stava diventando Mark Zuckerberg per dimenticare un’altra ragazza. Si dà il caso che senza l’altra ragazza, Facebook, l’invenzione del millennio, non esisterebbe.
Niente di grande è mai stato fatto senza un cuore spezzato
Qualche tempo prima, in una notte buia del 2003, Mark Zuckerberg era solo nella sua stanza del college a ricevere l’investitura del maschio: l’avevano lasciato malamente. Un uomo non è un uomo finché non ha provato i morsi del rimpianto per una donna che non se lo merita.
Si sa che il rimedio temporaneo al mal d’amore è la furia, il resto è storia: Mark scrisse sul blog «Jessica Alona is a bitch» e postò. Ma sfregiare l’aggressore non ricuce la vittima, a meno di non trovare alternative grandiose: non essere fatti come bruti ci ha addestrati, nei secoli, a sapere che le arrabbiature sono soprattutto apprezzabili quando servono a qualcosa.
Cosa guarì Mark dalla fissazione? Il lampo di un’idea. Solo gli innamorati vedono la strada che dagli inferi porta alla luce, scriveva Plutarco.
L’algoritmo di Facebook sarà pure meno eterno di un romanzo ma si mostrò subito decisamente più in grado di fare soldi e danni. Così, qualche giorno dopo, Zuckerberg aveva quel che serve per spaccare l’arco di Cupido: una distrazione. Di lì a poco sarebbe venuto il successo, che è il dolore quando riesce a vendicarsi sulla vita.
100 minuti di quality time
Parte del piano di potenza divenne anche Priscilla, una di quelle solide ragazze normalmente preferite per il matrimonio. Succede, dopo certi innamoramenti sventurati, di scegliere la quiete per riempire il posto vuoto della felicità. Ci si rassegna a sentire il grande amore sulle superfici più stabili.
La sposò con un mesto annuncio su Facebook sotto la voce: eventi. Ci consentirono di sapere poco altro, fatta eccezione per una triste clausola del contratto prematrimoniale voluta da lei: 100 minuti di quality time e l’obbligo di una notte insieme ogni settimana. Per una donna, peggio che essere la seconda scelta c’è essere la seconda scelta e saperlo.
La maledizione di Atena
Intanto Facebook cresce, ma come crescono i soldi lasciati a stagnare in banca: Mark ha smesso di inventare, adesso come lavoro copia gli altri social network e per hobby ricatta perfidamente i giornali.
Cosa si fa quando il meglio è alle spalle? Come ti senti se hai creato un capolavoro e non te ne riesce un altro? Il desiderio di ogni genio è ripetersi, ma l’estro ha regole precise per stanarsi: inventare richiede farsi bersaglio di qualche malasorte.
Atena è infallibile: quando concede la pace agli uomini d’ingegno, è solo per fargli scoprire che dovevano farne a meno. Perché quel che resta, dopo, è solo felicità. E vale meno del prezzo a cui la vendono.