«Un album di famiglia». Così Jacopo Benassi definisce la documentazione fotografica realizzata durante i quattro anni di vita del Btomic, il locale aperto con tre amici a La Spezia nel 2011 e chiuso nel 2015. Di quell'esperienza, finita per mancanza di soldi (ovvero di partecipazione da parte di una città interessata solo alla movida del centro) restano ora immagini dense di vita e di malcelato sentimentalismo. Se infatti la luce del flash—strumento stilistico ma anche interpretativo per cui Benassi è famoso—da un lato impietosamente tutto mostra e svela, dall'altro scava appassionatamente nel passato e arriva al cuore di quei settanta metri quadri fatti «per contenere cose che succedevano per davvero, non programmate». Protagonisti di quei giorni sono gli spettatori ancora più dei musicisti (tanti e di spessore) che al Btomic si sono esibiti: un pubblico in contemplazione i cui occhi—come recita il bel titolo della personale (in mostra da Micamera) e del libro (edito da Peperoni Books) curati da Giulia Zorzi—vedono quel che la bocca non può dire

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