Se è vero che Larry Fink non ha bisogno di presentazioni, farà comunque piacere ai suoi estimatori il prezioso aggiornamento proposto da L'Artiere con l'ultimo numero della sua Collection. Un numero importante, The Polarities, che presenta lavori recenti di quello che si può considerare un po' lo spirito guida dalla casa editrice emiliana, e che è stato affidato a Laura Serani, altra compagna di un viaggio arrivato ormai alla sua undicesima tappa. Le polarità cui fa riferimento il titolo sono quelle, imperscrutabili e insindacabili, che legano l'occhio del fotografo ai suoi soggetti preferiti. «Qualcuno vede solo diamanti,» dice Fink, «altri solo arance o zebre.» Il magnetismo che guida le scelte dell'artista statunitense permea ognuna delle foto di questa selezione, in cui Fink—celebre per i suoi lavori sul jazz, sulla Beat Generation, sui retroscena di Hollywood e sulla grazia delle piccole cose—fa come al solito i conti con un presente sempre duplice, sempre contraddittorio, sempre in bilico tra luce e ombra: un presente che chiede di essere interrogato, e a cui Fink risponde con l'ironia e la profondità per cui lo amiamo così tanto

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