Il tutto è maggiore della somma delle parti. Basandosi su questa massima aristotelica, Laurence Aëgerter si è chiesta se, attraverso l'azione creativa dell'associazione visiva, la fotografia possa aiutare le persone affette da demenza a rallentare il progresso della malattia. Più che una semplice raccolta di libri, più che una facile trovata grafica, il suo Photographic Treatment© si propone come un sistema terapeutico in cui, in una sorta di gioco del Memory dove però si vince sempre, la ricerca di una connessione più o meno logica tra due immagini contribuisca a tenere attivo il cervello, a ostacolare l'innescarsi di quei processi di perdita di coscienza che rendono patologie come l'Alzheimer così terribili. Grazie alla collaborazione con neurologi e gerontologi, l'artista francese ha quindi collezionato, producendone o ricercandone i singoli elementi, una serie di dittici di riferimento che, riuniti nei cinque volumi realizzati da Dewi Lewis secondo le logiche della comunicazione farmaceutica, funzionino da guida alle sedute di terapia vera e propria. La speranza è che, attraverso i neuroni specchio, pulsioni istintuali come bisogno di identificazione e ricerca del piacere facciano il resto

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