Che la Spagna, e in particolare i desolati paesaggi dell'Almeria, abbiano fornito le locations per alcuni tra i più famosi film western degli anni sessanta e settanta è cosa nota. Il caso più eclatante è di certo quello di Sergio Leone, che come molti altri registi qui ricercava tra rocce e palme ambientazioni esteticamente coincidenti con ma economicamente più abbordabili di quelle originali: un'America—o un Messico—immaginati e perfettamente ricostruiti, quindi squisitamente cinematografici. L'interesse di Mark Parascandola per la storia dietro a questa piccola Hollywood è nato durante la sua infanzia, dai racconti della nonna emigrata negli Stati Uniti proprio dall'Almeria negli anni '30. Nato e cresciuto in Wisconsin, ma spesso in trasferta in Spagna con la famiglia, il fotografo ha finalmente raccolto la sua documentazione in un libro di vedute e curiosità: Once Upon a Time in Almeria diventa però davvero interessante non quando ricerca la rappresentazione mimetica, ma quando contagia la visione di piccoli e grandi elementi discordanti, svelando pian piano il gioco di rimandi tra i due mondi fittizi che si sono passati il testimone del destino di questo angolo di Mediterraneo: quello del cinema e quello del turismo

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