A due anni dalla scomparsa di Fulvio Roiter la Casa dei Tre Oci rende omaggio, proprio nella “sua” Venezia, al fotografo che con più affetto ha saputo ritrarre la città lagunare. È la prima grande retrospettiva postuma di un autore che durante la sua lunga vita professionale ha saputo ritagliarsi un posto privilegiato nel mondo del reportage e del paesaggio, soprattutto in bianco e nero, tanto da meritare i contributi critici di personaggi del calibro di Alberto Moravia, Enzo Biagi e Italo Zannier. Il percorso espositivo, diviso in nove sezioni, segue quello di un'esperienza artistica di primo piano, partendo dagli esordi neorealisti e arrivando all'espressività cromatica degli ultimi lavori, passando dai grandi viaggi (New Orleans, Belgio, Portogallo, Andalusia, Brasile) e dalle serie dedicate all'Italia (Umbria. Terra di San Francesco, che gli valse il Premio Nadar nel 1956, e soprattutto Essere Venezia—best seller da un milione di copie—con cui nel 1978 si aggiudicò il Grand Prix ai Rencontres de la Photographie di Arles). Non mancano videoproiezioni di approfondimento, una vetrina su alcuni dei numerosi libri pubblicati, e la testimonianza della moglie “Lou” Embo, per quarant'anni compagna di vita e di lavoro

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