Ovviamente i millennials non amano la radio. Ovviamente i millennials sono cresciuti con YouTube, e di un media senza immagini in movimento non sanno che farsene. O forse no: Gianluca Gazzoli è a tutti gli effetti un millennial (compirà trent’anni il prossimo agosto), eppure la radio non solo la fa, ma la ascolta da molto, molto tempo. «Quello mio con la radio è un amore iniziato quando ero bambino: andavo a scuola in un posto piuttosto lontano da casa, e la radio mi faceva compagnia durante il viaggio, andata e ritorno. Anzi, devo confessare che qualche volta arrivavo di proposito in ritardo alle lezioni della prima ora, perché volevo finire di ascoltare un programma che mi piaceva».
Dal marinare scuola per amore della radio al diventarne protagonista, è stato un lampo: prima due stagioni di diretta (ogni mattina all’alba) su Radio Number One, poi Rai Radio Due con un programma legato al talent The Voice of Italy, seguito dalla co-conduzione (solo radiofonica, per ora) dell’edizione 2017 del Festival di Sanremo insieme ad Andrea Delogu. Infine, dallo scorso autunno, ancora Rai Radio Due ogni pomeriggio con KGG, dove “GG” è lui mentre la “K” è Kata Mashi. La scheda di presentazione sul sito promette «… un programma all’insegna della chiacchiera divertente e divertita», incentrato su «la ricerca delle notizie più curiose e delle storie più divertenti»: che, detto così farebbe temere quel classico “grande nulla” radiofonico di cui son pieni i palinsesti di ogni ordine e grado. Ma, appunto, è qui che un conduttore può fare la differenza: «Da sempre», dice Gianluca, «combatto per fare una radio che si ascolta, non una radio che si sente. Una differenza sottile, ma fondamentale. Molte radio oggi imbrigliano i conduttori, finendo per renderli tutti omologati tra loro. È una scelta che, commercialmente, posso anche capire, ma che sta lentamente uccidendo il fascino profondo del fare radio e dell’ascoltarla. Sedersi davanti al microfono e parlare per me significa avere una responsabilità: hai il dovere di instaurare un rapporto “vero” con chi ti sta ascoltando in quel momento, creare empatia, stimolare reazioni o riflessioni. Fra l’altro, secondo me, questa è anche l’unica vera ragione per cui quell’ascoltatore, il giorno dopo, deciderà di tornare a cercarti».
Coerente alla chiamata anagrafica del suo essere millennial, comunque, Gianluca ha pure una seconda (o a questo punto forse terza) vita su YouTube, dove carica con regolarità (sulla pagina GGdiciottozerotto) frammenti delle sue avventure radiofoniche ed altri reportage di vita vissuta. Qualche mese fa ad esempio – mentre si preparava a correre (sempre per conto di Radio Due) la Maratona di Roma – aveva preso l’abitudine di pubblicare quotidianamente i video dei suoi allenamenti. Che, per uno di cui in molti dicono che ha tutte le carte in regola per essere “il nuovo Linus” (inteso come “quel” Linus, quello di Radio DeeJay), sembrava davvero una duplice sfida. Non bastasse la radio, anche la corsa