La lampada disegnata da Vico Magistretti per Artemide nel 1965: un classico del design, sintesi di ispirazione e semplicità, manifesto dell'idea di interazione con gli oggetti che ci circondano
Un equilibrio perfetto tra forma e funzione, tra design e utilità, spiega Antonio Facco: «Ho scelto Eclisse di Magistretti perché è l’esempio di una sintesi, di una precisa riflessione formale e di un investimento dal punto di vista tecnico». Un involucro esterno fisso e un involucro interno mobile che, agendo da paralume interno, “eclissa” la sorgente luminosa: la lampada può così fornire luce diretta, parziale o diffusa, come quella generata nel corso del fenomeno astronomico che le dà il nome. «Un’idea molto semplice, ma destinata al successo», commenta il designer. Facco ha scelto Eclisse anche perché è una fonte di ispirazione per il suo progetto Mondo, «una lampada, disegnata per Oblure, che già nel nome guarda dichiaratamente all’idea di Magistretti. In Mondo il concetto di rotazione e gestione dell’effetto luminoso si arricchisce: grazie all’aggiunta di strati con pattern e vuoti di metallo tridimensionali, dà all’utente l’opportunità di intervenire anche sull’estetica». È l’interazione con gli oggetti, oltre che la loro forma, il focus di ricerca di Antonio Facco: «Un aspetto fondamentale perché, al di là della bella immagine, è l’esperienza che si fa di un oggetto quella che non si dimentica. Modificando alcune componenti dell’oggetto in questione ne modifichiamo l’apparenza, come avviene nell’arte programmata e cinetica».