Anche se è un fenomeno antico, forse non avete mai sentito parlare dell’asemic writing. Ma ora c’è un editore che vi si dedica completamente
Accanto alla poesia tradizionale, che alle sue origini era perlopiù orale e poi è diventata scritta, con i suoi versi ben allineati e spesso organizzati in una precisa struttura metrica, ci sono anche la poesia visiva (o concreta) e quella sonora che ibridano la letteratura con altre arti, dalla pittura alla musica. La poesia visiva e quella sonora hanno già una tradizione piuttosto lunga, che scende giù lunga buona parte del Ventesimo secolo – e ci ha lasciati soltanto qualche giorno fa uno dei più brillanti interpreti contemporanei della poesia visiva, Nanni Balestrini, che alimentava il vulcano della sua creatività sia facendo stampare le parole e le lettere nei libri sia attaccandole sulle pareti come un’opera d’arte anche per gli occhi.
La poesia asemica, che pure per sua natura è tesa a una perenne avanguardia, ha radici altrettanto profonde che risalgono quanto meno agli anni Venti, agli Alphabet e alle Narration di Henri Michaux – ma ha degli antecedenti calligrafici, soprattutto orientali, ancora più antichi.
La poesia asemica (o asemantica), cioè priva di contenuti semantici decifrabili con certezza, è una sorta di poesia astratta, fatta di pittografie immaginarie, calligrafie apparenti, alfabeti deformati o d’invenzione, scritture impossibili: il completamento del significato è completamente affidato al lettore. Sempre perlustratrice dei margini e appartata, eppure longevissima perlomeno sottotraccia, la scrittura asemica, non è per forza poesia e per sua definizione non può essere intrappolata in definizioni troppo restrittive. D’altra parte, senza parole intellegibili è pressoché impossibile distinguere tra versi e prosa, tra poesia, racconto e romanzo.
La scrittura asemica ha ora un piccolo e ardito editore americano a essa totalmente dedicato: la Post-Asemic Press di Minneapolis, fondata da Michael Jacobson (che anima la scena asemica anche con il blog The New Post-literate). Ecco, i suoi tre titoli più recenti. Sono accessibili a lettori di tutto il mondo: tanto, non hanno bisogno di traduzioni.